Sakya
Luglio 2007. Il panorama che circonda la città e il monastero di Sakya è uno dei più scabri e aridi di tutto il Tibet, sembra quasi di gesso. Da questa caratteristica trae nome la località, che in tibetano significa "terra pallida". Quando si arriva lì ci si trova davanti una tipologia architettonica del tutto diversa: lo stile tibetano cede a quello mongolo, più che monasteri gli edifici sembrano fortilizi. La cittadina di Sakya, dal 1268 al 1354 è infatti stata la capitale del Tibet. E per volontà dei mongoli. I monaci Sakya portano un berretto rosso, e i loro rapporti con i “gialli” non sono precisamente idilliaci. Anche i colori delle loro case (e dei templi) sono diversi. Il luogo è di aspra, severa, elegante bellezza
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