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Lo scrittore Mario Biondi visto da Mannelli
Lo scrittore Mario Biondi
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Lo scrittore Mario Biondi

RACCONTA

Veronica Ciccone - Madonna
Veronica Ciccone (Madonna)

Intervista (1992)

© Mario Biondi
Divieto di riproduzione integrale
e obbligo di citazione (per cortesia...)

Voglio vivere così, col pube al vento, e felice canto... L’ho vista soltanto poche ore fa ritratta in questa guisa in una foto dello scandaloso libro Sex, completamente nuda e appesa a un trespolo, mentre sorvola procellose acque. In un’altra il medesimo pube appare sporto ad ammiccare in totale nudità da un finestrone. In un’altra ancora è reclino su uno specchio a sbirciare se stesso attraverso una mutanda accortamente sollevata da una mano malandrina. E, appena qualche minuto fa, in uno spezzone del nuovo video Erotica, l’ho vista praticare atti di grande ardore insieme ad alcune protagoniste del mondo dell’immagine come Naomi Campbell e Isabella Rossellini, con fugaci apparizioni di Helmut Berger e altri ignoti personaggi, in una concitazione di lingue e sgroppate, in mezzo a un armamentario di strumenti sadomaso (con immancabile baluginare di croci), stiracchiandosi tra i denti qualcosa che in una sequenza è chiaramente una chewing gum ma che in un’altra sembra molto più un preservativo, praticando un’intensa imitazione di fellatio sul pugno di un pupazzo cinese, facendo l’autostop in totale nudità. E cantando intanto stimolanti versi alla stregua di: "Come un camion ti voglio stirare... insegnarti a scopare", "Lascia che la mia bocca vada dovunque vuole". E così via.

Quello che mi trovo davanti adesso, invece, è un castigatissimo scricciolo completamente nascosto sotto un completo nero gessato, con tanto di pantaloni che non lasciano intravedere nemmeno un barlume di caviglia. Una compunta damina. Che ha soltanto tanto freddo e soffre il jet lag che separa Los Angeles da Milano. Da quante ore non dorme? Le calcola con precisione, servendosi delle dita. "Mio Dio", esclama, "almeno quarantotto!" E per di più le scappa la pipì. Provveduto con sorprendente celerità, l’intervista può cominciare. Con una persona totalmente diversa dalla sfrenata esibizionista foto e video di pochi minuti fa. Un esempio di trasformismo da lasciare senza fiato. Anzi: un luminoso fenomeno sociologico. Un vero e proprio argomento da tesi di laurea. Non a caso Veronica Ciccone — più o meno 33 anni, in arte Madonna —, per un’università del Colorado è diventata materia di studio. Che cosa ne pensa? E’ contenta? Ritiene di avere raggiunto la meta che si era prefissa?

"Non soltanto in Colorado, mi studiano: un po’ dappertutto. Negli Stati Uniti, naturalmente. E io sono contenta, è naturale. Lusingata. Ma anche divertita. Perché in realtà al mio lavoro capita spesso che vengano appiccicati significati intellettuali che non ha affatto. Però è un lavoro che io considero politico nei confronti di una società repressa come quella Usa: politica della liberazione sessuale. E quando uno fa un’attività politica, è logico che prima o poi venga messo in discussione. Io comunque non penso affatto di avere raggiunto una meta. E’ capitato e basta. Non ho mai aspirato a niente del genere." Mai? Davvero? Siamo sicuri? Risponde con una risata sbarazzina, la nuovissima Madonna, esponendo l’incisivo che si è fatta ricoprire in oro con incisa la lettera D in omaggio a Dita Parlo, grande attrice tedesca di un tempo, anche lei, pare, di comportamento audace. "E’ il mio attuale idolo", spiega. "Una donna da cui ho imparato moltissimo." E si illumina in tutto il viso cereo e negli occhi arrossati dalla strapazzata promozionale che l’ha portata a Milano per lanciare il nuovo album Erotica (con video) e il libro Sex. E’ assai più che furba, la piccola vedette abruzzese. Sotto quel levigato caschetto di capelli color luna batte un cervello a 24 carati come il dente. Altrimenti sarebbe difficile spiegare come abbia messo insieme un impero da duecento milioni di dollari che gestisce con pugno di ferro, facendo intanto anche in tempo a diventare una delle più importanti collezioniste d’arte del mondo. Le cose non capitano per caso. Tanto lavoro, c’è voluto. Disciplina.

Ovvero: "Fatica". È la prima parola che le è venuta in mente quando le ho chiesto di pensare alla sua vita e di dire qualcosa. "Comunque", riprende, "questi intellettuali che scrivono saggi su di me, che mi fanno studiare all’università, in genere non mi capiscono affatto. Mi fraintendono, se non mi giudicano addirittura in maniera sbagliata. Del resto, neanche i miei amici più intimi mi conoscono a fondo." Non dipenderà forse dal fatto che di Madonna sembrano esserci molte facce, o perlomeno che in lei c’è sicuramente tanto di vero ma probabilmente altrettanto di falso? "Certo, è così. Ma credo che in ciascuno di noi ci siano tanti aspetti personali diversi, che vengono esibiti a seconda delle circostanze. In casa, in pubblico, con la persona amata. Se si è una celebrità che deve esporsi al giudizio di milioni di persone, le possibilità di essere fraintesi sono molto più ampie. E’ un puro e semplice discorso di statistica. Ciascuno sceglie l’aspetto che preferisce, vero o falso che sia. Siccome io invito la gente non tanto a comportarsi con totale libertà sessuale quanto a liberarsi la mente, a essere tollerante nei confronti dei comportamenti degli altri, tutto ciò viene scambiato per un mio modo personale di agire, per una mia problematica privata."

Sarà senz’altro così. Però quello che vediamo nudo nelle foto e nel video è il suo corpo. "Naturale. Io voglio insegnare alla gente a non avere paura della nudità, ad amare il proprio corpo. Il mio messaggio è tutto lì. Se viene travisato, è semplicemente dovuto al fatto che viviamo nell’epoca della CNN, dei mass media, che espongono al giudizio della massa. Alla massa non interessa niente un discorso critico sul lavoro che uno fa. Vuole soltanto sapere con chi va a letto. E’ proprio della natura umana." Sì, può darsi, ma le intrepide gesta erotiche che le si vedono praticare, o per lo meno mimare, o comunque calorosamente suggerire, sono proprio indispensabili? Non ci sono altri sistemi per liberare la mente dell’americano represso? "Ripeto: il mio messaggio artistico e politico è questo. Quegli atti sono semplicemente la descrizione visiva di ciò che canto e sostengo. E’ il mio modo di esprimermi"

Per invitare, sembra il logico corollario, a fare l’amore in totale libertà di pensiero. Anzi, meglio — nella tormentosa era dell’Aids —, a immaginarlo senza freni ma soprattutto senza rischi. In solitudine. Mentre l’intervista procedeva, un concitato scalpicciare di piedi sotto la finestra aperta e il levarsi di un gran strepito di gridolini segnalava che la piccola folla rimasta a stazionare per ore senza curarsi minimamente della pioggia battente stava correndo verso un’altra ala dell’albergo, dove evidentemente qualcuno si era affacciato fingendosi la star. Erano contenti. Acclamavano, convinti che Madonna fosse apparsa anche a loro. Perché no? Ce l’ha detto lei stessa: apparizione più, apparizione meno, Madonna ha moltissime facce. Alcune vere. Altre false. Che tutte insieme compongono un fenomeno socioeconomico da duecento milioni di dollari.

(Sette, autunno 1992)
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